Artrosi all'anca

Artrosi all'anca

A cura di: Centro Massofisioterapico Vignali
27/06/2020

L'artrosi dell'anca o coxartrosi è una malattia degenerativa dell'articolazione tra il bacino e il

femore (coxo-femorale). Si tratta in particolare dell'infiammazione della cartilagine che ricopre

l'articolazione dell'anca, dovuta al deterioramento cartilagineo. Contemporaneamente all’usura si

realizzano dei tentativi di riparazione naturale che però accentuano la formazione di ossificazioni

periarticolari, i così detti osteofiti, che finiscono per ostacolare meccanicamente il movimento

articolare.

L'artrosi all'anca può insorgere su articolazioni sane o essere conseguenza di malformazioni o

traumi. È più frequente nelle donne e nei pazienti in sovrappeso. Ci sono poi alcuni fattori che

aggravano il fenomeno dell'artrosi precoce come ad esempio l'attività lavorativa svolta, la perdita

di calcio nelle ossa, la conformazione dell'articolazione e l'atteggiamento posturale che

l'articolazione assume durante le attività quotidiane.

I sintomi dell'artrosi all'anca sono in genere chiari ed inequivocabili. Inizialmente si manifesta con

dolore all’inguine che spesso si irradia all'area anteriore-interna della coscia fino al ginocchio.

Proprio per questo motivo a volte ci si focalizza sull'articolazione sbagliata.

Inizialmente il dolore si manifesta solo durante l'applicazione di carico sull'articolazione, mentre

negli ultimi stadi il fastidio si avverte anche durante il riposo e in particolare di notte, portando a

una riduzione sempre maggiore di mobilità.

Il paziente affetto da artrosi dell'anca sente dolore scendendo le scale, infilando le scarpe,

accavallando le gambe, o anche semplicemente camminando. A tutto ciò consegue la zoppia, e

la sensazione che la gamba non tenga. A lungo andare anche i muscoli della gamba

gradatamente perdono la loro efficienza.

Al Centro Massofisioterapico Vignali, con dei trattamenti riabilitativi ben condotti, sia con

elettromedicali che con lavori specifici in palestra, miriamo alla riduzione del dolore, al recupero

del movimento articolare, alla ripresa di una vita attiva e al rallentamento dell’evoluzione della

malattia. Il percorso riabilitativo deve essere associato a calo ponderale, riduzione di lavori fisici

eccessivi e alla scelta di attività fisiche e sportive adatte.

Bisogna tenere sempre ben presente che le articolazioni sono organi del movimento, e quando

una di esse funziona in maniera anomala, si innescano dei meccanismi di compenso dei quali

risente tutto l’organismo. Attraverso gli esercizi riabilitativi che sfruttano proprio il movimento, si

cerca di conservarne l'articolazione, di ridurre e prevenire l’indebolimento muscolare, di

combattere gli atteggiamenti viziati e di mantenere una buona coordinazione.

Un'anca libera dal dolore, forte e mobile abbastanza da consentire una buona qualità di vita è un

traguardo raggiungibile dal paziente.

LA PREVENZIONE

Il calo di peso è una priorità nei pazienti sovrappeso od obesi. Occorre, inoltre, evitare le

posizione viziate e i carichi eccessivi e ripetuti. Fondamentale un programma di esercizi fisici

specifici per rafforzare i muscoli e mantenere una certa mobilità dell’anca. Persino in caso di

artrosi conclamata, un’attività fisica mirata, in cui l'articolazione non si trova cioè costretta a

sopportare tutto il peso corporeo, è in grado di alleviare il dolore e di migliorare la mobilità

dell'articolazione. La sedentarietà, al contrario, l’aggrava.

REGOLE D'ORO

- evitate il sovrappeso: se sottoposte a un carico di peso eccessivo, le articolazioni vanno

incontro a degenerazione progressiva e quindi artrosi;

- svolgete una moderata attività fisica: le articolazioni, se sollecitate eccessivamente da

un'intensa attività sportiva, vanno incontro a usura, soprattutto in presenza di malformazione

dell'anca;

- evitate di danneggiare le articolazioni: dopo i 40 anni, calcio, calcetto, rugby, corsa e tennis se

praticati con grande frequenza, sono gli sport che più di altri tendono a danneggiare le

articolazioni, perché richiedono movimenti in carico, ripetitivi e prolungati nel tempo;

- scegliete lo sport giusto: nuoto, bicicletta, golf, camminate, Pilates, yoga, cyclette e tapis

roulant sono gli sport che mantengono in salute le articolazioni;

- evitate la sedentarietà: l'inattività porta all'irrigidimento dell'articolazione con conseguente

dolore quando la si muove;

- mangiate sano: una dieta equilibrata, ricca di vitamine A, C, K, B12, Omega3, e povera in

proteine animali, è l'ideale per mantenere sane le articolazioni, oltre a ridurre il rischio di

sovrappeso;

- diminuite l'assunzione di alcool, caffè e sale: questa triade riduce l'assorbimento del calcio e

favorisce la decalcificazione delle ossa lunghe, con aumento del rischio di osteoporosi, artrosi e

fratture.

Nei casi molto avanzati di artrosi dell'anca, quando i sintomi diventano invalidanti, si può optare

per l'intervento chirurgico di protesi d'anca.

PROTESI D'ANCA

Quando il dolore all’anca è ostinato e sono presenti gravi limitazioni della funzione articolare con

un quadro radiografico molto compromesso, il medico specialista vi proporrà un intervento di

sostituzione dell’articolazione con protesi.In genere si consiglia l’esecuzione dell'intervento di

protesi d'anca in pazienti oltre i 60 anni, sia in considerazione della durata delle protesi, sia

perché con l’età la richiesta di prestazioni fisiche è minore. L’intervento di protesi d’anca

permette il recupero di una buona qualità di vita, e la risoluzione del dolore con una durata della

protesi che supera i 10 anni nel 90% dei casi.

Al nostro Centro, la riabilitazione dopo l'intervento di protesi d'anca ha come obiettivi il

recupero del movimento articolare, della forza muscolare, della coordinazione e dello schema

del cammino.

Il Medico organizzerà l’inizio del percorso riabilitativo già a partire dai primi giorni dopo

l’intervento di protesi d'anca, con mobilizzazione degli arti assistita dal Fisioterapista. Il periodo

che segue l'intervento viene impiegato per ripristinare la forza, la motilità e la funzionalità tipica

di quel distretto, con un notevole impegno sia da parte del paziente che da parte del

Fisioterapista.

Il percorso riabilitativo viene svolto in palestra, dove il recupero è abbastanza rapido, con un

programma riabilitativo specifico che interviene sui gesti che non si eseguivano più

correttamente da tempo e che fanno parte invece della normale vita quotidiana.Gli obiettivi della

riabilitazione sono: evitare la lussazione dell’impianto, recuperare il più possibile l’articolarità

mantenendo un atteggiamento prudente (evitare l’intrarotazione e circonduzioni dell’anca) ,

prevenire i pericoli che possono derivare da un’immobilità prolungata e recuperare una

funzionalità progressivamente maggiore fino a raggiungere l’autonomia.

La prima fase del programma terapeutico è incentrata sulla riduzione del dolore, attraverso

terapie antalgiche (tens, laser, ultrasuoni) e sul recupero dell’articolarità (con gli accorgimenti

sopracitati) con terapie innovative (Metodo Bonori) e attraverso massoterapia decontratturante

per i glutei, abduttori d’anca, quadricipite e tensore fascia lata e stretching specifico ponendo

attenzioni alle posizioni algiche e rispettando le rigidità psicologiche e strutturali.

Eliminato il dolore e migliorata la mobilità articolare è possibile iniziare la seconda fase del

protocollo incentrata sul recupero muscolare. Verranno proposti esercizi specifici per il rinforzo

dei glutei per favorire la corretta stazione eretta e la deambulazione, del quadricipite e dei

muscoli del core dapprima in forma isometrica e poi progressivamente in controresistenza

manuale, con zavorre e con l’utilizzo di palloni bobath.